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Alloro

Laurus nobilis L.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Polycarpicae
Famiglia:
Lauraceae
Nome sardo:
Lavru

Corologia: Specie mediterranea presente nelle zone costiere dei Balcani, Asia minore, Africa settentrionale e penisola iberica. In Italia è presente lungo la fascia costiera centro meridionale, nelle isole e, con carattere residuale, nelle zone termofile delle Alpi e dei laghi prealpini. In Sardegna è diffusa soprattutto nella parte settentrionale, nel territorio di Macomer, nel Montiferru, dove è stato istituito appositamente un SIC, e nell’Iglesiente.
Descrizione: Piccolo albero alto fino a 10 metri, o arbusto poco longevo. Chioma piramidale e densa. La corteccia è molto liscia, anche nelle piante adulte, prima verde poi grigio-scura o nerastra. Foglie sempreverdi, molto aromatiche, ellittiche, lanceolate, coriacee, di colore verde scuro e lisce nella pagina superiore più chiare nella inferiore. Se stropicciate emanano un intenso profumo. Fiori unisessuali su piante diverse, di colore giallo chiaro e profumati riuniti in piccole ombrelle ascellari, i maschili con 8-12 stami in verticilli, i femminili dello stesso colore, con ovario supero circondato da 2-4 staminoidi (stami sterili) in ombrelle di 4-5 fiori. Il frutto è una drupa di 1-2 centimetri ovoidale che, con la maturazione assume un bel colore nerastro-lucido.
Fenologia: Fiorisce in marzo- maggio e fruttifica in ottobre novembre. I frutti rimangono sulla pianta per tutto l'inverno.
Habitat: Specie mesofila, vive in climi caldo-umidi. Il suo habitat preferito è quello dei valloni freschi ma soleggiati, predilige terreni profondi ricchi di elementi nutritivi. Sopporta bene il freddo ma non sopporta gelate prolungate. Inoltre tollera bene gli ambienti costieri e marini. Le attuali formazioni ad alloro soprattutto in Sardegna, sono relitti di una più estesa foresta a Laurus, che in seguito ai cambiamenti climatici, si è conservata in aree di rifugio. fino agli 800 metri di altitudine
Forma biologica: Albero o arbusto arborescente,sempreverde. Nanofanerofita o microfanerofita cespugliosa


BAGOLARO

Celtis australis L.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Urticales
Famiglia:
Ulmaceae
Nome sardo:
Suzzarga

Corologia: Il Bagolaro è originario del bacino del Mediterraneo e delle isole Azzorre; in Italia è diffuso in tutte le regioni dalla pianura fino a 700 metri di altitudine.

Tipo corologico: Euri-mediterraneo con baricentro nella zona orientale.
Descrizione: Albero alto fino 30 metri di altezza, con chioma espansa che si forma ad una certa distanza dal suolo. Il tronco si presenta regolare, con la corteccia lucida e liscia di color grigio cenere che tende a scanalarsi negli esemplari più adulti. Le foglie caduche, semplici, acuminate, ovato-lanceolate, con doppia dentatura sul margine. La pagina superiore è verde scura, scabra, quella inferiore, più chiara, possiede una fine peluria e 3-4 nervature più marcate. La nervatura è penninervia , l’inserzione è alterna ed avviene mediante un corto picciolo. Fiori unissessuali (maschili) ed ermafroditi, di piccole dimensioni, lungamente peduncolati. I fiori ermafroditi di colore verdastro, possiedono 5-6 stami e 2 stigmi che si protendono esternamente. I maschili, con margine peloso-glandoloso, più giallastri. Il frutto è costituito da una drupa verdastra che a maturazione assume una colorazione viola-nerastro.
Fenologia: Periodo di fioritura aprile. I frutti maturano a settembre-ottobre.
Habitat: Specie eliofila e termofila, predilige terreni freschi, subacidi, ricchi di scheletro, grazie alla potenza del suo apparato radicale, si adatta a vivere anche nei luoghi aridi, sassosi, tra i ruderi e le rovine (da qui deriva il nome volgare di “spaccasassi”). In Sardegna è diffuso soprattutto nelle zone costiere ma è facile trovarlo anche nelle aree montane.
Forma biologica: Mesofanerofita caducifoglia


Corbezzolo

Arbutus unedo L.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Ericales
Famiglia:
Ericaceae
Nome sardo:
Lidone

Corologia: Pianta originaria dell’Europa meridionale e del bacino del Mediterraneo, il suo areale si estende sulle coste atlantiche fino all’Irlanda.
Descrizione: È un arbusto sempreverde, molto ramificato, con foglie sclerofilliche, tipico della macchia mediterranea. Spesso, in condizioni climatiche favorevoli, assume portamento arboreo raggiungendo anche i 10 metri di altezza. La corteccia ha una colorazione bruno-rossastra e si stacca in sottili scaglie. La disposizione dei rami è sparsa sul fusto. La colorazione nei giovani rami è ocraceo-rossastra. Le fogli persistenti e coriacee, semplici alterne, con il margine dentato, brevemente picciolate, sono lunghe 7-12 cm, color verde scuro e lucide nella parte superiore e verde chiaro inferiormente, a volte riunite in verticilli. Sulle nervature è presente una colorazione rossastra. E’ una pianta con fiori ermafroditi, riuniti in infiorescenze terminali a pannocchia con asse pendulo. I fiori in numero di 15-30, sono bianchi e campanulati, formati da un piccolo calice, larghi 5-10 millimetri. Il frutto è rappresentato da una bacca globosa e carnosa, di colore rosso con superficie granulosa. Il frutto è edule e saporito.
Fenologia: Fiorisce in autunno-inverno (settembre-dicembre) e fruttifica da agosto a novembre dell’anno successivo, si presenta quindi contemporaneamente con i fiori ed i frutti.
Habitat: Il corbezzolo è spontaneo quasi lungo tutta la fascia costiera della penisola, e nelle isole maggiori e minori in consociazione con altre specie caratteristiche della macchia mediterranea, in particolare al Leccio. È una pianta che ben si adatta a molti tipi di substrato, con preferenza per i suoli sciolti e sub-acidi. Generalmente lo ritroviamo ad un’ altitudine compresa tra 0-500 metri s.l.m, talvolta può spingersi fino ai 1200 metri. Mal sopporta le gelate intense e prolungate. È una pianta con una spiccata capacità di reazione agli incendi, in grado di emettere vigorosi polloni che le consentono di reagire velocemente.
Forma biologica: Micro e mesofanerofita


Eucalipto rostrato

Eucalyptus camaldulensis Dehnh
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Myrtales
Famiglia:
Myrtaceae
Nome sardo:
Eucalittu

Corologia: Pianta originaria dell’Australia e delle regioni tropicali da dove si è diffuso in Europa, circa un secolo fa. Al genere Al genere Eucalyptus appartengono circa 600 specie di alberi e arbusti sempreverdi.
Descrizione: Albero sempreverde che può raggiungere i 15-30 m di altezza. Le foglie sono pendule, coriacee e aromatiche e presentano una particolarità sono eterofille (le foglie giovani sono accoppiate e di forma diversa da quelle adulte, sia nella forma che nel colore, e danno alla pianta un particolare aspetto ornamentale). I fiori sono ermafroditi, di colore bianco o panna, riuniti in infiorescenze ad ombrella composte da 5-10 fiori con peduncoli cilindrici. La corteccia è liscia e si stacca facilmente in placche di colore rossastro.
Fenologia: Giugno-settembre
Habitat: L’eucalipto si adatta bene ad ogni tipo di substrato, prediligendo suoli sub-acidi o neutri. Tollera bene la siccità e resiste bene agli inquinanti atmosferici.
Forma biologica: Fanerofita


FICO

Ficus carica L.
Divisione:
Angiosperme
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Urticales
Famiglia:
Moraceae
Nome sardo:
Figu Areste

Corologia: Specie originaria dell’Asia occidentale, da dove si è diffuso nei paesi mediterranei e caldi in genere. Tipo corologico: Medit.-Turan.
Descrizione: Arbusto o albero di piccole dimensioni alto fino a 10 metri, con chioma espansa, larga ed irregolare. Fusto spesso tortuoso e contorto, ramificato principalmente dalla base. Corteccia liscia, grigiastra. Foglie grandi di 10-20 cm, semplice, caduca, lobata con 3-5 lobi, color verde scuro, pubescenti e scabre superiormente, verde-grigiastro e tomentose inferiormente. Nervature prominenti, latiginose. Fiori unissessuali piccolissimi racchiusi nella parte interna del ricettacolo (fico) carnosi, piriforme, glabro, di colore vario, ricco di zuccheri con una piccola apertura apicale. Semi minuti.
Fenologia: I minuscoli fiori crescono all'interno di una struttura carnosa, chiamata ricettacolo, da cui in seguito si sviluppa il frutto. Si sviluppano contemporaneamente alle nuove foglie e maturano nel periodo estivo-autunnale quelli della parte basale e nella primavera quelli della parte terminale.
Habitat: Specie termofila, che allo stato selvatico, si adatta a qualsiasi substrato. Non tollera bene climi molto rigidi e gelate intense e prolungate. Vegeta dal livello del mare fino agli 800 metri di altitudine.
Forma biologica: Microfanerofita o mesofanerofita


FILLIREA

Phillyrea latifoglia L.
Divisione:
Angiosperme
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Ligustrales
Famiglia:
Oleaceae
Nome sardo:
Aliderru

Corologia: Specie spontanea della regione Mediterranea, il suo areale si estende fino alle coste atlantiche della Francia e del Marocco. In Italia è diffusa in tutte le regioni costiere centro meridionali. Tipo corologico: Mediterraneo.
Descrizione: Arbusto o albero che solitamente non supera i 5 metri di altezza, molto ramificato con corteccia di colore grigio, liscia nei giovani rami e poi screpolata in quelli più vecchi e grossi. Chioma ovato-piramidale con rami eretti.. Foglie opposte, sempreverdi, coriacee, ovato-lanceolate, a margine intero o marcatamente denticolato. La pagina superiore è verde scuro e lucida, quella inferiore più chiara ed opaca. Fiori numerosi, bianchi, riuniti in infiorescenze racemose all’ascella delle foglie; calice con 4 sepali acuti, corolla a 4 lobi bianco-verdastra con screziature rossicce. Il frutto è una drupa sferica, globosa, del diametro di 6-10 mm, inizialmente rossa poi bluastra a maturità.
Fenologia: Fiorisce ad aprile-maggio; maturazione dei frutti a novembre-dicembre.
Habitat: E’ una specie sempreverde, termofila, eliofila, indifferente al tipo di suolo, che vive prevalentemente nelle zone litoranee. In Sardegna vegeta anche intorno ai 1000 metri s.l.m. E’ una tipica componente della macchia mediterranea e la si trova prevalentemente in forma arbustiva nella macchia alta e bassa o, talvolta, in formazioni boschive miste con il leccio.
Forma biologica: Micro o mesofanerofita


LECCIO

Quercus ilex L.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Fagales
Famiglia:
Fagaceae
Nome sardo:
Ilighe

Corologia: Pianta tipicamente mediterranea, diffusa soprattutto nella parte occidentale del bacino e più rara in quella orientale; è presente anche sulle coste atlantiche del Marocco e della Francia occidentale. In Italia è presente nelle isole e nelle regioni costiere, con larghe penetrazioni verso l’interno nel centro -sud.
Descrizione: Albero alto fino a 30 m, con chioma densa e globosa, di colore verde scuro; tronco eretto e robusto, che può raggiungere e superare i due metri di diametro; rami del primo e secondo anno pubescenti. La corteccia è grigia e quasi liscia negli esemplari giovani, grigio -brunastra, con lievi screpolature in scaglie quadrangolari, negli esemplari adulti. Le foglie sono persistenti, coriacee, sempreverdi e di forma piuttosto variabile, da ovale ad ovale lanceolata; quelle più giovani sono dentate e spinose ai margini, quelle più vecchie sono strette a margine intero, entrambe presentano la pagina superiore verde scura e quella inferiore verde più chiaro, glabra o con una lieve peluria. I fiori maschili sono piccoli e riuniti in amenti penduli ed i femminili riuniti in infiorescenze erette a spiga. Le ghiande sono ellissoidali, avvolte per 1/3 dalla cupola, che è ricoperta da squame brevi e chiare; maturano tra maggio e settembre.
Fenologia: Fiorisce da giugno ad agosto e fruttifica in settembre-ottobre. La produzione di ghiande inizia intorno ai 10-15 anni di età ed è abbondante ogni 2-3 anni.
Habitat ed ecologia: E’ una specie poco esigente, in grado di sopportare condizioni di siccità prolungate e si adatta a tutti i substrati geologici, rifuggendo solamente i terreni troppo compatti ed argillosi o umidi. Di lenta crescita ma longeva, può arrivare fino a oltre 1000 anni di età. Vegeta dal livello del mare fino a 1000 metri nelle zone montane, dove forma associazioni miste con tasso, agrifoglio e roverella, tipiche delle stazioni più fresche ed umide.
Forma biologica: Mesofanerofita. Il leccio è una pianta arborea che può assumere, soprattutto nella fascia costiera e/o in situazioni di degrado una forma arbustivo-arborescente


Lentisco

Pistacia lentiscus L.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Terebinthales
Famiglia:
Anacardiaceae
Nome sardo:
Kessa

Corologia: Originario del bacino del Mediterraneo, In Italia è diffuso lungo le coste delle regioni centro-meridionali e della Liguria.
Descrizione: Arbusto o alberello le cui dimensioni rimangono contenute entro i 4-5 metri, molto ramificato. La chioma è globosa, irregolare e densa. Tronco sinuoso e corteccia squamosa cenerina o rossastro-bruna. Fogliame sempreverde dal profumo resinoso. Rami giovani bruni e pelosetti. Foglie composte paripennate, alterne, sessili, coriacee, composte da 3-5 paia di foglioline di colore verde chiaro e lucide, con apice arrotondato. Margine intero con nervatura penninervia ben evidente. È una pianta dioica con infiorescenze riunite in pannocchie all’ascella delle foglie sui rami degli anni precedenti. Fiori maschili con 5 antere rosso-porporine; i femminili presentano un ovario supero. Il frutto della pianta è una drupa tondeggiante, con un solo seme, brevemente peduncolata, dapprima rossa poi nera a maturazione.
Fenologia: Fiorisce a marzo-aprile; maturazione delle drupe nel periodo invernale.
Habitat: Il Lentisco è una specie tipica della macchia mediterranea, è eliofila, termofila e xerofila, che sopporta condizioni di spinta aridità; si adatta a qualsiasi tipo di terreno, pur prediligendo suoli sabbiosi. Resiste bene ai venti più forti ma teme il freddo. In Sardegna vegeta fino ai 400-500 metri di altitudine.
Forma biologica: Microfanerofita


Olivastro

Olea europaeaL. var.oleaster Hoffgg. Et Link.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Ligustrales
Famiglia:
Oleaceae
Nome sardo:
Ozzastru

Corologia: Specie spontanea in tutto il bacino del Mediterraneo. Tipo corologico: Steno-Mediterraneo.
Descrizione: Albero o arbusto longevo di media altezza, dai rami giovani induriti e spinescenti. Tronco contorto e corteccia grigio chiara più o meno liscia. Chioma espansa. Foglie coriacee a margine liscio, brevemente picciuolate, ellittico-lanceolate, leggermente mucronate all’apice, verdi e glabre nella pagina superiore, argentate con piccole scaglie a forma di scudo in quella inferiore. Fiori peduncolati, bianchi e numerosi, in brevi pannocchie all’ascella delle foglie. Il frutto è rappresentato da una drupa, ovoidea, ellissoidale, dapprima verde poi violacea, bluastra, nerastra.
Fenologia: Fiorisce in marzo-aprile e fruttifica nel periodo invernale.
Habitat: E’ una specie termofila ed eliofila, capace di vegetare su qualsiasi substrato. In Sardegna è diffuso nelle zone litoranee fino ai 400-500 metri, e in alcune aree dove le condizioni sono favorevoli, è possibile trovarlo fino 600-800 metri. L’olivastro forma tipiche macchie in consociazione con altre specie (carrubo, lentisco, mirto,ect). Non teme la siccità, ma non sopporta il gelo.
Forma biologica: Micro e meso-fanerofita


Pero selvatico

Pyrus pyraster Burgsd.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Rosales
Famiglia:
Rosaceae
Nome sardo:
Pirastru

Corologia: Specie diffusa nella penisola Iberica, Europa centrale fino al Caucaso. E' presente in tutta l'Italia. In Sardegna è noto sinora per le montagne del Goceano e del Gennargentu. Tipo corologico: Eura-asiat.
Descrizione: Albero di 6-15 metri di altezza, con rami induriti o sub-spinosi all’apice e chioma globosa. Foglie caduche, alterne, semplici, rotonde, ellittiche, più o meno ovali o tondeggianti, con base ristretta, cordata o rotonda ed apice appuntito. Consistenza coriacea. Margine intero o dentellato. Stipole caduche e strette. Picciuolo lungo 2-5 cm. Pianta con fiori ermafroditi, riuniti in infiorescenze ombrelliformi a corimbo. Petali bianchi, subrotondi, glabri alla base; stami numerosi con filamenti biancastri e antere porporine. Il frutto è rappresentato da un pomo piriforme o subgloboso di 2-4 cm., di colore da giallo a marron-scuro, di sapore astringente ma dolciastro e commestibile a maturità, con sepali persistenti all’apice.
Fenologia: Fioritura aprile-maggio, talvolta inizia già dal mese di marzo a seconda delle altitudini. I fiori compaiono nei rami corti degli anni precedenti, antecedenti alla comparsa dei nuovi germogli. Fruttifica nel mese di ottobre-novembre.
Habitat: Il Pero selvatico vegeta dal livello del mare fino ai 1400 metri di altitudine. È una specie eliofila, mesofila, che si adatta a tutti i terreni.
Forma biologica: Mesofanerofita


Pino d'Aleppo

Pinus halepensis Miller
Divisione:
Gymnospermae
Classe:
Coniferopsida
Ordine:
Coniferales
Famiglia:
Pinaceae
Nome sardo:
Oppino, Pinu, Oppino burdu

Corologia: Il Pino d’Aleppo è originario di tutto l’areale costiero mediterraneo e del Mar Nero. In Sardegna si trova allo stato spontaneo nell’Isola di San Pietro e nel Sulcis. Tipo corologico: Steno-Medit.
Descrizione: Pianta sempreverde a portamento irregolare con chioma lassa ed espansa alta 10-15 metri. Fusto diritto e tortuoso, spesso inclinato. Corteccia grigio-chiara, rossiccia nelle fessure. Foglie persistenti, aghiformi, leggermente pungenti, in numero di due per brachiblasto. Gli aghi sono di colore verde-chiaro lunghi 3-8 cm. Albero monoico con struttura riproduttiva femminile costituita da piccoli coni, rosso-porporino, che evolvono in pigne ovato-coniche con peduncolo ritorto, flessibile, i maschili coniformi con breve peduncolo. Semi ovoidali di 5-6 mm, compressi lateralmente, ala membranacea di 15-20 mm.
Fenologia: Fioritura in Marzo-aprile; i semi giungono a maturazione nell’autunno del secondo anno. Le pigne rimangono per molto tempo attaccate ai rami anche dopo aver perso i semi.
Habitat: Specie eliofila e xerofila, si adatta a diversi tipi di substrato. È sensibile alle gelate e ai climi rigidi. Predilige luoghi caldi e asciutti.
Forma biologica: Mesofanerofita


Pino domestico

Pinus pinea L.
Divisione
: Gymnospermae
Classe:
Coniferopsida
Ordine:
Coniferales
Famiglia:
Pinaceae
Nome sardo:
Pinu

Corologia: Originario delle regioni mediterranee nord-occidentali, il suo areale attualmente si estende lungo le coste dell’Europa meridionale fino al Portogallo ed alle isole Canarie. In Sardegna viene considerato indigeno a Porto Pino. Tipo corologico: Euri-Mediterranea
Descrizione: Comunemente chiamato Pino domestico, Pino da pinoli e saltuariamente Pino italico, Pinus pinea è un albero maestoso, alto fino a 15-20 metri, ramificato in alto con chioma espansa verde intenso ad ampio ombrello. Fusto generalmente diritto, cilindrico. Corteccia del tronco color brunastro-rossiccio con sfumature grigiastre e presenta profonde fessure longitudinali. I rametti giovani sono glabri grigio-verdi, scuri a maturità. Foglie persistenti, aghiformi, color verde scuro, lunghe 8-15 cm, con margini dentaticolati. Albero monoico con strutture riproduttive maschili ovoidee gialle, le femminili rosso-violacee con venature verde chiaro. Strobili solitari (raramente appaiati), generalmente sessili, ovato-conici, lunghi 8-15 cm e larghi 6-10 cm. Le squame leggermente convesse verso l’esterno sono bruno-rossicce a maturità. Ciascuna squama porta 2 semi di 15-20 × 7-11 mm, con un’ala di 3-5 mm di lunghezza. I tegumenti sono duri e coperti da una polverina scura. Il pinolo è edule. Longevità 200-250 anni.
Fenologia: Fiorisce da febbraio-aprile a seconda dell’altitudine. Fruttificazione a ciclo triennale, le pigne rimangono sui rami per alcuni anni.
Habitat: Pianta rustica e poco esigente, predilige terreni freschi e profondi delle zone litoranee ma si adatta anche a substrati poveri e piuttosto asciutti. E’ una specie termofila e eliofila. Vegeta dal livello del mare fino agli 800 m di altitudine. È sensibile ai climi rigidi, alle gelate, ai veni salmastri e all’inquinamento atmosferico delle aree urbanizzate. Si riproduce per seme.
Forma biologica: Mesonanerofita


PINO MARITTIMO

Pinus pinaster Aiton
Divisione:
Gymnospermae
Classe:
Coniferopsida
Ordine:
Coniferales
Famiglia:
Pinaceae
Nome sardo:
Oppinu

Corologia: L’areale di distribuzione del Pino marittimo si estende nelle regioni mediterranee occidentali: nella Penisola Iberica, in Francia dalla Corsica fino alle coste nord atlantiche, in Italia nelle coste liguri, tosco-emiliane e nella Sardegna settentrionale, dove è spontaneo in Gallura. Specie molto utilizzata negli interventi forestali, si è acclimatata su un areale molto più ampio di quello originario.
Descrizione: Albero non molto longevo, raggiunge mediamente i 25-30 metri in altezza, tronco dritto, di diametro fino a 1,2 metri, chioma inizialmente piramidale, poi più o meno espansa e tondeggiante, anche a cono appiattito, color verde brillante. La corteccia è robusta, esternamente violaceo-grigiastra, profondamente fessurata, con placche che si staccano facilmente, di colore rossastro nelle screpolature. Le foglie sono persistenti, aghiformi. Gli aghi in gruppi di due, lunghi fino a 20 centimetri, di colore verde chiaro, diritti o leggermente ricurvi, sono avvolti da una guaina lunga 1-2 cm.. Specie monoica, le infiorescenze maschili sono amenti con squame polliniche piuttosto aperte rispetto l’asse centrale; le infiorescenze femminili hanno forma ovato-acuminata e sono di un color porpora – violaceo. Dagli amenti femminili si generano tipiche pigne coniche (spesso assimmetriche) e affusolate di 10-20 cm, dapprima verdi poi nocciola con sfumature brunastre, che maturano nel 2° anno. Riunite a gruppi di 2-3 , rimangono sui rami per alcuni anni. Le squame sono tipicamente carenate trasversalmente e portano semi ovali schiacciati e alati. I semi sono disseminati dal vento anche a molta distanza.
Fenologia: Fiorisce da aprile a maggio. La maturazione dei semi avviene in autunno dell’anno successivo, le pigne si aprono invece nel terzo anno e possono perdurare sulla pianta per alcuni anni.
Habitat: Il pino marittimo è una specie eliofila, moderatamente termofila, che vegeta soprattutto nelle fasce costiere e collinari dove trova le condizioni ottimali di vita intorno agli 800 metri. Resiste al freddo più del pino domestico e del pino d’Aleppo. Cresce su diversi suoli, prediligendo in ogni caso suoli tendenzialmente acidi. Colonizzatrice per eccellenza, si propaga solo per seme, dominando la vegetazione e i terreni dove si insedia grazie alla sua rapida crescita e alla sua enorme capacità di disseminazione. Teme le gelate e mal sopporta i ristagni e le condizioni asfittiche.
Forma biologica: Mesonanerofita


Pioppo bianco

Populus alba L.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Salicales
Famiglia:
Salicacea
Nome sardo:
Fustiarbu

Corologia: Pianta diffusa in Europa centrale e meridionale, Asia occidentale e delle regioni africane del bacino mediterraneo. In Italia è diffusa in tutte le regioni fino a 1000 metri di quota.
Descrizione: Albero che si può sviluppare sino a 30 metri di altezza, con portamento maestoso, molto ramificato, fusto diritto e chioma ampia. Corteccia bianco-grigia o verdastra, liscia negli esemplari giovani; desquama circolarmente a maturità. Foglie decidue, alterne, munite di picciolo bianco tormentoso di 2-8 cm., presentano lamina da rotondo-ovata o palmata a 3-5 lobi più o meno marcati e margine irregolarmente dentato. Pagina inferiore bianco-tomentosa; la pagina superiore verde intenso. Pianta dioica, amenti maschili cilindrici, lunghi 6-10 cm. e sessili, inizialmente rossastri che in fioritura diventano gialli; i femminili cilindrici di 3-7 cm., con stimmi rosa. I frutti sono capsule, glabre, contenenti numerosi semi cotonosi.
Fenologia: La fioritura inizia a febbraio-marzo, prima dell’emissione delle foglie. Fruttifica a maggio-giugno.
Habitat: Specie eliofila moderatamente termofila che predilige terreni freschi, profondi e ben areati, Ama l’acqua, ma teme il ristagno idrico prolungato. Vegeta bene nei boschi ripariali e planiziari dove vive in gruppo o in consorzio con altre latifoglie come il Salice, Ontani e Frassino.
Forma biologica: Mesofanerofita


Pioppo nero

Populus nigra L.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Salicales
Famiglia:
Salicacea
Nome sardo:
Fustiarbu

Corologia: Specie originaria dell’Europa centro-meridionale , Caucaso e Asia centrale. L’areale esatto del Pioppo nero tuttavia è di difficile ricostruzione come per le altre specie coltivate. In Italia è presente ovunque. Tipo corologico: Paleo-temp.
Descrizione: Albero caducifoglio alto fino a 30 metri con tronco diritto e spesso nodoso, molto ramificato, con chioma globosa-espansa o colonnare. Corteccia profonda, lacerata, scura. Rami giovani lisci, glabri, giallognoli o giallo-verdastri, con lenticelle biancastre. Gemme grandi, coniche, vischiose, rossastre all’apice. Foglie alterne con lamina 3 × 10 × 3-6 cm., ovato-triangolari, verdi e lucenti, lisce, acuminate all’apice, ottuse i ovate alla base, regolarmente dentellate sul bordo, pelose o glabre. Infiorescenze maschili di 5-8 cm., con 20-30 stami con antere rosse o violacee, brattea sfrangiata. Infiorescenze femminili di 5-10 cm., con stigmi giallo-verdastri e brattee della stessa forma. Capsula verde, glabra, che a maturità, si schiude, disperdendo i minutissimi semi cotonosi.
Fenologia: Fioritura nei mesi di marzo-aprile antecedente la comparsa delle foglie. La maturazione dei frutti avviene nel mese di maggio.
Habitat: Specie eliofila e moderatamente termofila, vegeta spontaneamente lungo i corsi d’acqua e i laghi, dal livello del mare fino 1500-1800 metri di altitudine. E’ capace di colonizzare diversi tipi di substrato anche se trova il suo optimum sui terreni freschi e profondi.
Forma biologica: Mesofanerofita


Quercia da sughero

Quercus suber L.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Fagales
Famiglia:
Fagaceae
Nome sardo:
Suerzu

Corologia: Pianta tipicamente mediterranea diffusa particolarmente nella Penisola Iberica, Francia, Italia e Africa settentrionale. In Italia è presente soprattutto in Sardegna e Sicilia e localmente nelle coste tirreniche e in Puglia.
Descrizione: La quercia da sughero è un albero alto fino a 15 m, con chioma globosa, rada e piuttosto irregolare. Negli alberi isolati la chioma è espansa, tondeggiante e più compatta. Il tronco è dritto, talvolta sinuoso, con rami tortuosi e ramuli pelosi. La corteccia è spessa, fessurata, suberosa e, una volta asportata, si evidenzia la tipica colorazione bruno-rossastra del legno. Le foglie, spicciolate e lunghe 3-7 cm, sono persistenti, coriacee, semplici, ovate o lanceolate-ovate, mucronate, con margine fogliare spesso revoluto. La lamina superiore ha una colorazione verde scuro, quella inferiore è tormentosa e verde più chiaro. Pianta monoica con fiori unisessuali, i maschili piccoli in amenti lassi color verde-giallastro, i femminili riuniti in spighe erette singoli o in piccoli gruppi. Le ghiande sono ovali allungate con cupola avvolgente ricoperta di squame grigio tomentose che avvolge per 1/2 o 1/3 la ghianda.
Fenologia: Fiorisce in aprile-maggio, fruttifica ad ottobre-novembre. La fruttificazione inizia dopo i 15-20 anni ed è abbondante ogni 2-3 anni (pasciona).
Habitat: E’ una pianta longeva che vegeta in climi temperati e con discreta piovosità, su terreni freschi, profondi e sciolti, derivati dal disfacimento di substrati acidi (graniti, scisti, trachiti). Non sopporta le gelate e in Sardegna è presente nelle zone più piovose, con temperature medie tra i 13 e i 18 gradi, fino ad un’altezza massima di 800-900 metri.

Forma biologica: Pianta arborea, longeva, sempreverde. Mesonanerofita


Roverella

Quercus pubescens Willd.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Fagales
Famiglia:
Fagaceae
Nome sardo:
Kelku, Kerku

Corologia: Pianta di origine europea comune in tutta Italia. L'areale comprende l'Europa centro-meridionale e orientale, dai Pirenei all'Asia Minore. Nell'Europa meridionale e Sud-orientale la Roverella costituisce uno dei componenti fondamentali dei querceti e dei boschi misti a latifoglie.
Descrizione: Albero a portamento arboreo con chioma espansa e globosa, alta, non raggiunge i 20 metri di altezza. Presenta un fusto generalmente diritto, con branche sinuose e rami giovani sottili e pubescenti. Corteccia di colore bruno-grigiastro, più o meno intenso, rugosa e profondamente solcata. La roverella è un albero a foglie caduche, semplici, di forma molto variabile, lobato-lanceolata con lobi piuttosto profondi; lunghe 5-15 cm e larghe 3-8 cm, di colore verde brillante la lamina superiore mentre la parte inferiore è pelosetta e più chiara; picciolo breve e peloso. Pianta monoica a fiori unisessuali spesso riuniti in infiorescenze; infiorescenze maschili in amenti penduli lunghi 5 cm circa, colore verde-giallastro; quelle femminili solitarie o a piccoli gruppi terminali. Il frutto è la caratteristica "ghianda", molto variabile in lunghezza, con cupola pelosa e squame lineari- lanceolate e pericarpio di forma elissoidale, di colore bruno lucido a maturità.
Fenologia: fiorisce ad aprile-maggio, fruttifica ad ottobre-novembre. La fioritura è contemporanea all’emissione delle nuove foglie.
Habitat: la roverella è una specie eliofila, moderatamente termofila, predilige i terreni acidi. Vegeta dai 500 m di altezza fino ai 1200-1400m. In Sardegna rappresenta il limite superiore delle formazioni boschive di latifoglie.
Forma biologica: Pianta arborea, longeva, caducifolia. Mesonanerofita


Salice bianco

Salix alba L.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Salicales
Famiglia:
Salicaceae
Nome sardo:
Salighe

Corologia: Il Salice bianco e' presente in Europa, ad eccezione della Penisola Scandinava, Asia, Africa settentrionale, e per coltivazione, oggi, si trova naturalizzato in America settentrionale e nell’Estremo oriente. In Italia e' presente ovunque dal piano basale al quello montano. Tipo corologico: Paleotemp.
Descrizione: Albero a foglie caduche alto fino a 20 m. a chioma globulosa espansa. Tronco eretto e corona ampia,con corteccia fessurata, bruna, nerastra. Rami lunghi ascendenti e divaricati di colore grigio argenteo, rami giovani giallo bruni, lisci ed elastici, dapprima sericei poi glabrescenti con l'età. Foglie alterne brevemente picciolate, lanceolate, acuminata all’apice, lunghe (4-12 cm. x 1-3 cm.), con la maggior larghezza nella parte mediana, margini finemente seghettati, superiormente più o meno pelosa o glabra a maturità, verde lucido, piu' pallida e tomentosa sotto (argenteo-sericea).Infiorescenze in amenti densi, i maschili (di 4-7 cm. con 2 stami pelosi nella metà inferiore e antere gialle) e i femminili (3-5 cm. piu' esili, con ovario brevemente pedicellato) sono portati da soggetti diversi (specie dioica). Il frutto e' una capsula glabra quasi sessile di 4-6 mm.
Fenologia: La fioritura avviene contemporaneamente alla fogliazione a febbraio-marzo nelle zone più basse e si protrae fino ad aprile ad altitudini più elevate.
Habitat: Specie eliofila, preferisce suoli freschi e profondi sulle rive di corsi d'acqua dal livello del mare sino oltre i 1000 metri di altitudine.
Forma biologica: Mesofanerofita


Tamerice africana

Tamarix gallica L.
Divisione:
Angiospermae
Classe:
Dicotyledones
Ordine:
Violales
Famiglia:
Tamaricaceae
Nome sardo:
Tramazzu

Corologia: L’areale della Tamerice comune è l’Europa centro-meridionale, in particolare le zone costiere e mediterranee. Tipo corologico: W-mediterraneo
Descrizione: Albero o arbusto di 2-5 metri con corteccia liscia color bruno-rossastra con vistose cicatrici trasversali, normalmente ramificato fin dalla base. Le foglie sono color verde-chiaro o verde-grigio, squamiformi, semplici, acute, lunghe 2-3 mm, disposte sui rami verdastri in modo alterno. Fiori piccoli riuniti in infiorescenze a racemo color rosa-rossastro con leggere gradazioni biancastre. Infiorescenze terminali vistose. Il frutto è una piccola capsula piramidale liscia.
Fenologia: La fioritura avviene ad aprile-giugno.
Habitat: Specie eliofila, vegeta dal livello del mare fino agli 800 metri di altitudine su sabbie umide, ambienti assolati, zone litorali, in prossimità di fiumi e stagni.
Forma biologica: Fanerofite cespugliose; fanerofite arboree

 

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